BRIAN LIGNANO-DOLOMITI BELLUNESI 4-0
GOL: pt 31’ Ciriello, st 8’ Ciriello, 16’ Bolgan, 33’ Butti.
BRIAN LIGNANO: Saccon; Bearzotti, Presello, Variola, Bevilacqua (st 36’ Cicagna), Mutavciv (st 45’ Pitton), Tarko (st 40’ Budai), Kocic, Ciriello (st 25’ Butti), Alessio, Bolgan (st 32’ Zetto) (in panchina: Carmisin, Pittonet, Codromaz, Martini). Allenatore: A. Moras.
DOLOMITI BELLUNESI: Carraro; Parlato, Chiesa, Alcides; Capacchione (st 1’ Visinoni), Cossalter, Brugnolo, Tardivo (st 20’ Fagan), Masut; Olonisakin (st 46’ Pirrone), Marangon (st 39’ Mizane) (in panchina: Mbaye, Taiappa, Perez, Pegoraro, Schenal). Allenatore: N. Zanini.
ARBITRO: Vittorio Emanuele Teghille di Collegno (assistenti: Ruggero Marta di Torino e Andrea Minopoli di Napoli).
NOTE. Ammoniti: Bevilacqua, Ciriello, Tardivo, Fagan. Angoli: 6-5 per il Brian Lignano. Recupero: pt 1’; st 3’.
La SSD Dolomiti Bellunesi incappa nella seconda sconfitta consecutiva in trasferta: dopo il passivo rimediato al “Tenni”, è una neopromossa arcigna, concreta e ben organizzata come il Brian Lignano a far scattare il semaforo rosso. E a infilare per quattro volte la porta di Carraro. Allo stadio “Teghil”, è decisivo l’attuale capocannoniere, in solitaria, del girone: Gianluca Ciriello, autore di una doppietta (e di 12 reti complessive in campionato). I dolomitici mantengono la vetta della graduatoria, ma il Treviso insegue a un solo punto di distanza. E domani, contro l’Este, ha la possibilità di perfezionare l’aggancio (in caso di pareggio) o il sorpasso. Nessun dubbio, la pausa per le festività natalizie arriva al momento opportuno: il gruppo ha viaggiato per quattro mesi a velocità sostenutissima e ora ha bisogno di ricaricare le pile.
DIFESA RIVISITATA – Senza lo squalificato Tiozzo e con Perez in panchina e di fatto indisponibile, mister Zanini rivede la retroguardia: Chiesa è il perno centrale, Alcides agisce sul centro-sinistra. E Parlato viene arretrato sulla linea difensiva: davanti a lui, a destra e a tutta fascia, corre Capacchione. Per il resto, è la stessa formazione che ha superato di misura il Calvi Noale, non più tardi di sei giorni prima.
PERICOLO – Proprio Capacchione, la novità nell’undici di partenza, è provvidenziale nel deviare una botta scoccata da Alessio, nel cuore dell’area di rigore, al 6’. Ma il pericolo pubblico numero uno si chiama Ciriello. E puntualmente il bomber del Brian “tuona” un sinistro dal limite, che Carraro devia in corner: sul successivo tiro dalla bandierina, Alessio, di testa, mette a lato. Superate le difficoltà iniziali, i dolomitici crescono. E creano due opportunità in rapida successione: con Thomas Cossalter, tiro alto di controbalzo, e Marangon, su cui interviene in maniera decisiva l’ex Saccon. Solo che al 31’ arriva la doccia gelata, perché Ciriello lucida ancora il suo sinistro e non lascia scampo a Carraro: 1-0. Bolgan, invece, sfiora l’incrocio poco più tardi. E, al 38’, Variola colpisce un palo clamoroso, mentre Bevilacqua manca di un soffio il tap-in vincente.
IN SALITA – Nella ripresa, Zanini si gioca subito la carta Visinoni (al posto di Capacchione), solo che la prima opportunità da rete è ancora dei padroni di casa: Bolgan, infatti, sfiora il bersaglio con una volée dal limite. Lo stesso Bolgan, all’8’, veste i panni di assist man e serve a Ciriello il pallone del 2-0. La strada, per la SSD Dolomiti Bellunesi, è in salita. E diventa un’autentica parete, impossibile da scalare, nel momento in cui Bolgan cala il tris, grazie a un preciso colpo di testa. In più, Ciriello sfiora la tripletta personale e il poker di squadra, colpendo la traversa. Come se non bastasse, segna pure il neo entrato Butti. E rende ancor più amara l’ultima giornata del 2024.
L’ANALISI – «Facciamo i complimenti a un avversario che ha meritato la vittoria – è il commento di mister Nicola Zanini -. Il primo tempo, in realtà, non è stato condotto male: abbiamo giocato spesso nella metà campo avversaria, ma dovevamo essere più qualitativi sulla trequarti. Dopo il loro secondo gol, invece, ci siamo un po’ sciolti. In generale, siamo arrivati un po’ stanchi all’appuntamento, anche se questo non vuole essere un alibi. Ci assumiamo la responsabilità di una sconfitta che va accettata. E che non intacca il lavoro svolto fin qui».