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DOLOMITI BELLUNESI-TREVISO 1-1

GOL: pt 8’ Marangon, 39’ Beltrame.

DOLOMITI BELLUNESI: Carraro; Chiesa, Tiozzo, Alcides; Parlato, Fagan (st 6’ Pellizzari), Brugnolo (pt 29’ Tardivo, st 29’ Mazzali), Cossalter, Masut (st 29’ Mizane; Olonisakin, Marangon (st 39’ Olonisakin) (in panchina: Mbaye, Capacchione, Pegoraro, De Paoli). Allenatore: N. Zanini. 

TREVISO: Mangiaracina; Videkon, Farabegoli, Maset (st 39’ Maset); Brigati, Nunes (st 1’ Buratto), Viero (st 12’ Gioè), Cucciniello (st 34’ Baldassar); Beltrame; Aliu, Posocco (st 34’ Busato) (in panchina: Romagnoli, Sbampato, Borghesan, Grosu). Allenatore: C. Parlato.

ARBITRO: Stefano Raineri di Como (assistenti: Gianmarco Spagnolo di Lecce e Matteo Lauri di Modena). 

NOTE. Spettatori: 1500 (tutto esaurito). Ammoniti: Fagan, Tardivo, Maset, Beltrame, Diallo. Angoli: 5-2 per la SSD Dolomiti Bellunesi. Recupero: pt 3’; st 4’. 

Nemmeno la pioggia torrenziale annacqua la passione, l’entusiasmo e lo spettacolo di uno Zugni Tauro semplicemente indimenticabile per una gara dal sapore di finale: SSD Dolomiti Bellunesi e Treviso si dividono la posta in palio. E il pareggio, classifica alla mano, soddisfa soprattutto la truppa di Zanini, che a due giornate dal termine mantiene quattro lunghezze di vantaggio sui biancocelesti. Ora, al traguardo, mancano due tappe: quella di Noale e, l’ultima, a Feltre, col Brian Lignano. Ai dolomitici basterà ottenere una vittoria, indipendentemente dai risultati dei trevigiani, per conservare il primato. Insomma, a 180’ dalla bandiera a scacchi il campionato non ha emanato alcun verdetto. 

CORRETTEZZA – A tratti, le condizioni meteorologiche sono estreme. Ma lo stadio feltrino ribolle. E nel segno della correttezza, tra bandiere, striscioni e cori, alimentati pure dalla nutrita rappresentanza di tifosi arrivati dalla Marca. E chi non è riuscito ad accaparrarsi il biglietto, ha potuto comunque seguire la diretta su YouTube: anche quella, nel segno dei grandi numeri (25mila visualizzazioni nell’arco di 5 ore). A conferma che la sfida al vertice era un autentico evento, peraltro nobilitato da due signore squadre. E da un paio di individualità di assoluto rilievo: Marangon, protagonista di una deviazione volante da applausi. E Beltrame, artefice di una punizione fatata, per l’1-1 da consegnare agli archivi. 

APPROCCIO – I padroni di casa partono fortissimo: dopo 60 secondi, Fagan centra un clamoroso palo e Marangon, in tap-in, manca il bersaglio per questione di centimetri. Già, Fagan e Marangon: protagonisti anche dell’azione del vantaggio. Perché il centrocampista gira, di testa, verso il “diez”. E Jack, davanti a Mangiaracina, non si lascia pregare: tocco morbido e palla in buca. È 1-0. Mangiaracina riuscirà poi a negare per due volte il gol a Diallo: il tutto, nell’arco di un quarto d’ora di chiara e marcata impronta dolomitica. E non è finita qui, perché il portiere biancoceleste sarà decisivo pure sul destro a giro del solito Marangon. Ma il Treviso reagisce, con sana cattiveria e qualità: al 27’, Posocco coglie una traversa clamorosa e, 8’ più tardi, Beltrame pennella un piazzato davvero magistrale. Carraro, proteso in tuffo, non può arrivare: la rete si gonfia. 

AGONISMO – Nella ripresa, mister Carmine Parlato cala sul tavolo la carta Bryan Gioè. Reduce dalla rete segnata al Montecchio, l’ex attaccante dell’Adriese avrebbe il pallone per portare avanti i trevigiani, ma non riesce a impattare adeguatamente, a pochi passi dalla porta. Ed è anche l’unica, vera occasione di un secondo tempo di rara intensità e nel segno dell’agonismo. I biancocelesti hanno l’obbligo di vincere e, per questo, spingono. Ma la SSD Dolomiti Bellunesi interpreta la fase difensiva – e non solo – in maniera impeccabile. E non concede pressoché nulla. Sì, è un punto che luccica. Anche sotto la pioggia. 

L’ANALISI – «Per prima cosa – afferma mister Zanini – rivolgo i miei complimenti al Treviso perché è stata una partita vera, bella, “maschia”, in un ambiente difficile dal punto di vista atmosferico. E i complimenti vanno pure ai miei ragazzi: hanno giocato la partita che dovevano, con attenzione a ogni situazione. L’unico neo? I cartellini: avevamo tre ammoniti a fine primo tempo e, su un campo così, era rischioso». Il tecnico abbraccia idealmente il pubblico: «Si è sentito il calore dei tifosi, fin dai primi minuti. Ci hanno dato un grande aiuto, li ringraziamo dal profondo. Il traguardo? Antenne sempre alte: il destino è nelle nostre mani».