Ha praticato triathlon a livello professionistico fino a 24 anni. E si è meritato la convocazione in Nazionale italiana. Insomma, lo sport è il suo mondo: lo conosce, lo segue, lo ha vissuto da protagonista. Ora, però, Lorenzo Ciuti lo interpreterà da un’altra prospettiva: all’interno dello staff della SSD Dolomiti Bellunesi. E in qualità di fisioterapista: «Terminata la carriera da atleta, ho ottenuto la laurea in Fisioterapia all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” – racconta -. Mi sono poi trasferito e ho iniziato a lavorare subito in libera professione, a Belluno».
CONFRONTO – La prima esperienza con il calcio risale all’annata 2022-2023, nelle file dell’Unione Limana-Cavarzano: «La scorsa stagione, invece, ho collaborato con la prima squadra della SSD Dolomiti Bellunesi, insieme alla collega Laura Dal Molin. Conosco già diversi ragazzi che tuttora fanno parte della rosa. E con i quali credo di aver instaurato un ottimo rapporto di fiducia. Mi sono trovato benissimo pure con mister Nicola Zanini e Gabriele Benetti, il preparatore dei portieri: c’è dialogo, oltre che collaborazione. Anche i nuovi membri dello staff mi sono sembrati disponibili al confronto. E questo è un aspetto che reputo fondamentale per lavorare al meglio».
IMPRONTA – Ciuti ha delle priorità ben precise: «Per quanto mi riguarda, cercherò di aiutare i ragazzi a stare bene, in salute, e a prevenire gli infortuni. O, nell’eventualità, a risolverli nel miglior modo possibile». Per quanto sia importante, però, il bagaglio formativo non basta. È necessario andare al di là. E porre un’impronta di natura personale: «Il rapporto umano con i ragazzi è determinante. I calciatori devono potersi fidare di me e del lavoro che proponiamo loro, insieme agli altri membri dello staff».
CONOSCENZE E PROFESSIONALITÀ – Il fisioterapista, specializzato nella multidisciplinarietà, ha un approccio di grande umiltà, basato sull’ascolto. E sul confronto: «Voglio continuare a imparare e mettere a disposizione del collettivo tutte le mie conoscenze e la mia professionalità, per far sì che la squadra possa essere nella condizione di esprimersi al meglio. E riesca a raggiungere gli obiettivi prefissi».
Foto di Giuseppe De Zanet