La SSD Dolomiti Bellunesi si gode una meritata domenica di riposo. E col sorriso sulle labbra. Perché, nell’anticipo di Montecchio Maggiore, ha preso forma la prima vittoria in trasferta. In più, il fatto di aver incamerato sei degli ultimi sei punti a disposizione è un piacevole “unicum” di questa annata. Insomma, il gruppo sta acquisendo fiducia. E riempiendo di contenuti quel concetto di “equilibrio” che sta particolarmente a cuore a mister Diego Zanin.
Il buon momento dei dolomitici ha tanti volti e altrettanti simboli. Da chi riesce sempre a essere decisivo con i suoi gol (Corbanese) a chi difende il fortino (Virvilas e il resto del pacchetto arretrato), passando per i veterani (Onescu), i giovani (De Paoli, Thomas Cossalter), fino a coloro che entrano dalla panchina e incidono in maniera fondamentale (Svidercoschi, ma anche Cucchisi e Faraon).
E fra tanti simboli, c’è pure un ragazzo che si è meritato la terza maglia da titolare di fila: sgomma sulla corsia di destra, ha gamba, buone letture difensive e la predisposizione ad accompagnare l’azione grazie alle sue sgroppate. Il riferimento è a Eduardo Alcides Dias: il terzino, classe 2003, ha brillato di luce propria anche in occasione del 2-1 strappato in terra vicentina: «La chiave degli ultimi successi? Il rapporto di unione che ci serviva per affrontare al meglio le partite – spiega l’ex Inter -. E la forza di fare una corsa in più per il compagno: ci aiutiamo e lavoriamo come una squadra unita».
Alcides sta ripagando la fiducia dello staff tecnico: «Mi sento al centro del progetto, come ognuno di noi, per aver aiutato il gruppo e aver messo un mattone in più sul nostro percorso. Il rapporto col mister? È professionale: abbiamo entrambi lo stesso obiettivo e la stessa voglia di lavorare per migliorarci sempre di più». La SSD Dolomiti Bellunesi riprenderà domani ad allenarsi in vista della prossima sfida: di campionato? No, di Coppa Italia. Perché mercoledì 2 novembre (ore 14.30) c’è il confronto in Friuli col Cjarlins Muzane: «Se continuiamo di questo passo, senza fermarci né guardarci indietro – conclude Eduardo – possiamo ottenere grandi cose. Ma sempre con umiltà».
Foto di Giuseppe De Zanet