DOLOMITI BELLUNESI-ARZIGNANO VALCHIAMPO 2-3
GOL: pt 8’ Grandolfo, 9’ Artioli, 34’ Tardivo, 42’ Parigi; st 33’ Pasqualino.
DOLOMITI BELLUNESI: Virvilas, Pasqualino (st 39’ Cucchisi), Toniolo (st 1’ Conti), Casella (st 39’ Arcopinto), Sommacal (st 45’ Nwoke), Alari (st 45’ De Carli), Faraon (st 24’ Macchioni), Artioli (st 39’ Onescu), Svidercoschi (st 39’ Corbanese), A. Cossalter (st 24’ Estévez), Vinciguerra (st 1’ De Paoli). Allenatore: L. Brando.
ARZIGNANO VALCHIAMPO: Volpe (st 24’ Pigozzo), Casini (st 24’ Nchama), Molnar (st 24’ Grosso), Bordo (st 24’ Cester), Grandolfo (st 24’ Fyda), Cariolato, Barba (st 24’ Tremolada), Parigi, Bonetto, Davi (st 1’ Antoniazzi), Tardivo. Allenatore: G. Bianchini.
ARBITRO: Andrea Dal Col di Belluno (assistenti: Stefano Collazuol e Viviana De Rocco di Belluno).
NOTE. Spettatori 150 circa. Ammoniti: Pasqualino, A. Cossalter, Antoniazzi. Angoli: 6-5 per l’Arzignano. Recupero: pt 2’; st 2’.
A 24 ore di distanza dal passivo maturato con il St. Georgen, cambiano gli avversari (Arzignano Valchiampo), il livello di difficoltà (da una compagine di Eccellenza a una neopromossa di C), lo scenario (da Rasai allo Zugni Tauro di Feltre). E a cambiare è anche il profilo della prestazione offerta dalla SSD Dolomiti Bellunesi, nonostante il risultato ancora non sorrida. Perché il collettivo di Lucio Brando (rivoluzionato per nove undicesimi rispetto al test di sabato) gioca per larghi tratti alla pari con l’Arzignano, trova due volte il bersaglio (grazie ad Artioli, terzo centro nel pre-campionato, e all’ex Pasqualino), tiene a lungo il pallino del gioco e crea diverse occasioni da rete. Insomma, il bicchiere è decisamente mezzo pieno.
INIZIO PIROTECNICO – Fuochi d’artificio in avvio, rispecchiati dai due gol nello spazio di 60 secondi: Grandolfo, liberato da una sponda di Parigi, porta avanti i giallo-celesti con una precisa deviazione a pochi passi da Virvilas. Ma i padroni di casa non si scompongono: rimettono la palla sul cerchio di metà campo, si riversano in avanti e timbrano immediatamente il pari, grazie a un sinistro del solito Artioli, sporcato da Bonetto in maniera tanto leggera, quanto decisiva. Poi Virvilas è provvidenziale sul bolide di Parigi, ma nulla può, poco oltre la mezz’ora, sul diagonale di Tardivo, abile a sfruttare un rimpallo e a indirizzare la sfera in buca d’angolo. I dolomitici avrebbero due opportunità per riequilibrare l’incontro, con Alex Cossalter (Volpe ribatte di piede) e Svidercoschi (alto di testa). Tuttavia, sono costretti a capitolare per la terza volta, in seguito all’incornata di Parigi, imbeccato da Grandolfo.
REMAKE – Ma la SSD Dolomiti Bellunesi non vuole indossare i panni di semplice sparring partner. E, nella ripresa, ha la forza di tenere il campo, reggere l’urto e la fisicità dei vicentini, e soprattutto di accorciare le distanze con un beffardo tiro cross di Pasqualino, autore del classico gol dell’ex. Allo Zugni Tauro, finisce 2-3 e segna il laterale destro di origine calabrese: sembra il remake della sfida di campionato, andata in scena lo scorso ottobre. Solo che, nel frattempo, Pasqualino ha un’altra maglia, l’Arzignano è in C. E la Dolomiti Bellunesi cresce e pensa in grande. Anche perché manca una settimana esatta all’esordio ufficiale: domenica prossima, nel primo turno di Coppa Italia, l’avversario sarà il Levico Terme, che ha superato 2-0 la Virtus Bolzano nel turno preliminare.
IL VERBO DI BRANDO – «Meglio oggi? Sì, ma non avevo dubbi – è l’analisi di mister Lucio Brando -. I ragazzi sono forti, intelligenti, lavorano parecchio e molto, molto bene: rappresentano un gruppo fantastico. La buona prestazione non mi stupisce affatto, però vogliamo e dobbiamo essere sempre questi. È un processo di crescita continuo, puntiamo a migliorare in ogni aspetto: dall’intensità alla qualità tecnica, passando per l’approccio, l’organizzazione tattica e la condizione fisica. Sappiamo che incontreremo ancora delle difficoltà, sono passaggi fisiologici: anche stavolta, infatti, ci portiamo a casa degli errori, sui quali lavoreremo. Ma fa tutto parte di un percorso».
Foto di Giuseppe De Zanet